Caratteristiche della nuova variante Omicron (B.1.1.529)
Pubblicato: 02 December 2021
Il presente aggiornamento si concentra sulla descrizione delle caratteristiche desunte, in base ai dati ad oggi disponibili, della variante Omicron.
Risale al 26 Novembre 2021 la decisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di inserire il lignaggio B.1.1.529 di SARS-CoV-2, isolato per la prima volta in Sudafrica all’inizio del medesimo mese, nella lista delle Variants of Concern (VOCs) con il nome di <<Omicron>>. Tale disposizione è giunta in seguito ad un’attenta analisi del Technical Advisory Group on Virus Evolution (TAG-VE), il quale ha segnalato come le mutazioni caratteristiche della variante appena scoperta potessero potenzialmente conferire al virus la capacità di diffondersi più rapidamente o di causare una forma più grave del COVID-19. La variante Omicron, infatti, presenta un elevato numero di mutazioni, delle quali almeno 30 nella regione che codifica per la proteina Spike (pannello A).
Alcune di queste mutazioni sono già state osservate in altre varianti VOC (è il caso, per esempio, delle delezioni in posizione 69/70 precedentemente identificate nella variante Alpha, pannello B); altre sono del tutto nuove e rappresentano la principale fonte di preoccupazione riguardo la possibile evoluzione della pandemia in seguito alla comparsa della variante Omicron.
In effetti, una serie di studi precedenti mettono in luce come alcune delle mutazioni osservate nel genoma di Omicron siano potenzialmente associate ad una maggiore trasmissibilità [1], ad una migliore affinità di legame per il recettore ACE2 [2], a una migliorata capacità di evasione della risposta immunitaria [3] ed infine ad un incremento della carica virale [4].
Allo stato attuale delle nostre conoscenze, tuttavia, non è ancora possibile fare affermazioni certe quanto ai possibili risvolti epidemiologici conseguenti alla comparsa della variante Omicron.
Al momento l’OMS sta promuovendo una stretta collaborazione con i ricercatori di tutto il mondo in modo da fare luce il più rapidamente possibile sulle caratteristiche di Omicron. Tali studi includono la valutazione della trasmissibilità di tale variante, della gravità della malattia da essa causata (inclusa la sintomatologia) e dell’efficacia di vaccini, test diagnostici e terapie già in uso nella prevenzione, identificazione e trattamento di Omicron e della malattia da essa causata.
Dati preliminari suggeriscono che:
- Non è ancora chiaro se la variante Omicron presenti una maggiore trasmissibilità rispetto ad altre varianti, in particolar modo rispetto alla variante Delta (ad oggi la più diffusa al mondo). Un incremento nel numero di casi positivi a SARS-CoV-2 è stato registrato nelle regioni del Sudafrica interessate dalla comparsa della nuova variante, tuttavia studi epidemiologici più approfonditi sono necessari per valutare se tale crescita è direttamente imputabile alla comparsa di Omicron o è dovuta ad altre variabili.
- Al momento non si hanno sufficienti informazioni per affermare che la variante Omicron causi una malattia più grave rispetto alle altre varianti, né i dati disponibili suggeriscono che la sintomatologia da essa causata sia peculiare. La crescita del numero di ospedalizzazioni osservata in Sudafrica potrebbe essere conseguenza di un generale aumento del numero di persone infette, anche in relazione al basso tasso di vaccinati pari a circa il 25% della popolazione, e non dipendere specificatamente dalle infezioni con Omicron.
- Il rischio di reinfezione con Omicron potrebbe essere maggiore che con altre varianti, tuttavia anche in questo caso i dati a disposizione sono ancora limitati. Inoltre, l’OMS sta valutando il possibile impatto di Omicron sull’efficacia dei vaccini oggi in uso. Si ribadisce che il vaccino rimane comunque la miglior forma di protezione nei confronti della malattia grave e della morte.
- I test PCR già largamente utilizzati per la diagnosi della malattia sono in grado di identificare anche la variante Omicron. Studi più approfonditi sono necessari per valutare il possibile impatto di questa variante su altri tipi di test, come ad esempio i test molecolari rapidi.
- Corticosteroidi e farmaci in grado di bloccare il recettore dell’interleuchina 6 (IL-6 Receptor Blockers) rimangono efficaci per il trattamento delle forme gravi di COVID-19. Analisi più approfondite sono necessarie per valutare se la variante Omicron sia in grado di diminuire l’efficacia di altri tipi di terapia.
Solo nelle prossime settimane l’aumento dei dati a disposizione delle autorità competenti permetterà di valutare con maggiore precisione come le mutazioni che caratterizzano la variante Omicron vadano a modificare il comportamento del virus e che tipo di conseguenze tali attributi avranno sull’evolversi della pandemia.
Per ulteriori approfondimenti ed aggiornamenti riguardanti la caratterizzazione della variante Omicron e la sua epidemiologia è possibile consultare i seguenti link: OMS, ECDC, Outbreak.info, CoVariants, Wikipedia.
Fonti:
WHO (classificazione e stato dell’arte),
CoVariants (caratteristiche genetiche),
[1] “Contribution of single mutations to selected SARS-CoV-2 emerging variants spike antigenicity”. S.Y. Gong et al. 11 September 2021,
[2] “SARS-CoV-2 variant prediction and antiviral drug design are enabled by RBD in vitro evolution”. Zahradník, J., Marciano, S., Shemesh, M. et al. 16 August 2021,
[3] “Evolutionary analysis of SARS-CoV-2: how mutation of Non-Structural Protein 6 (NSP6) could affect viral autophagy”. D. Benvenuto, S. Angeletti and M. Giovanetti et al. 10 April 2020,
[4] “Saudi Arabian SARS-CoV-2 genomes implicate a mutant Nucleocapsid protein in modulating host interactions and increased viral load in COVID-19 patients”. Mourier et al. 20 May 2021 (preprint),
Outbreak.info e Wikipedia (figure)